Questo articolo è di estrema importanza. Questa volta dovete prenderci sul serio. 

 LI AVEVAMO TANTO AMATI 

GENITORI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI 

 

Debuttiamo con il nostro primo articolo sui social per rompere il silenzio e alzare le nostre voci contro un despota che è entrato nelle nostre case sotto innocenti spoglie e che oggi, per le conseguenze del Covid 19, si è finalmente svelato ed è riuscito a soggiogarci. 

C’è un prima e un dopo il febbraio 2020. 

 

Quando ti accorgi che è già troppo tardi. 

Prima la nostra casa era governata da un’illuminata oligarchia. Allora stavamo seduti sul trono, ci sentivamo sicuri come chi ha il posto fisso e nessuno di noi aveva intenzione di alzarsi.  Sapevamo di avere un compito gravoso ma fondamentale, faticoso ma anche ricco di soddisfazioni, quello di guidare lui, l’under, lungo la strada che porta dallo stato primitivo di essere dominato dai soli impulsi primordiali alla condizione di essere senziente, idoneo alla vita civile. 

Vi ricordate di quando la mattina elargivamo lunghi monologhi didattici sulla connessione tra tazza da colazione e lavello come se dal loro congiungimento dipendessero le sorti del pianeta, magari senza alzare la voce, con la pazienza del saggio istitutore? Prima. 

Oggi, invece, quando vediamo l’under uscire dalla porta e la tazza rimanere sul tavolo, non ci azzardiamo a dire nulla. 

Dopo 7 mesi 24 ore su 24 il desiderio di liberarsene per un pugno di ore vince su tutto.

Questo è il primo segnale, ancora non lo sappiamo ma ormai è già tardi, abbiamo abdicato.

L’under capisce subito che se non è più necessario riporre la tazza, incombenza che già lo stremava di fatica allora, per la proprietà associativa del fancazzismo, può evitarsi tutte le altre faccende. 

E noi? Al pianeta potrebbero mancare poche ore all’autodistruzione, ma il rumore dello scatto della porta ci manda in visibilio.  

Ed è proprio da questi piccoli gesti quotidiani che capiamo, troppo tardi, che il golpe è riuscito. Un potere si spegne e un altro prende il sopravvento. “La vita è sempre quella” canta Guccini in Culodritto

 

Abbiamo perso la poltrona e non c’è da scherzare. Ci siamo arrivati a piedi pari in questa scomoda condizione ma non dobbiamo farcene una colpa. Come dicevamo, veniamo da un lungo assedio 24 ore su 24. 

Il nuovo despota è lui naturalmente, l’under che stiamo crescendo, che manteniamo e che in questo momento molto probabilmente stiamo anche trascurando. 

Troveremo la forza di riconquistare il potere o attenderemo passivamente la sua uscita di scena?

Nel primo caso uno su mille ce la fa. 

Nel secondo caso ricordiamo che il regime finisce quando il despota decide di abbandonarci perché non siamo più utili, ma questo potrebbe avvenire in un lontanissimo futuro. 

Il mondo là fuori però è duro e allora potrebbe decidere di ritornare.  

A quel punto, dopo aver annusato un po' di libertà, improvvisamente potremmo perderla di nuovo e sentirci disillusi come se rivivessimo la fine della Primavera di Praga. 

Scordiamoci l’esilio volontario, il despota potrebbe contattare il Telefono Azzurro proprio col telefono che gli abbiamo regalato noi. 

 

#NonSiamoSoli

#Fancazzismo

#AVolteRitornano


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